La salute dell’intestino
Per tanto tempo la medicina occidentale, si è basata sulla cura delle patologie andando a curare l’apparato o l’organo incriminato. Da alcuni anni però si è cominciato a capire che molte patologie si esprimevano a carico di un organo ma non era lì che si erano originate. Da circa un anno frequento un corso di specializzazione, un master, sul Microbioma promosso e organizzato dal professo Emmi Università di Careggi, e dal professor Martelli, a Firenze. L’immunologia è stata una delle prime branchie della medicina a supporre il ruolo importante sulle malattie dell’apparato digerente, ma in questo Master ho imparato che il danneggiamento della barriera intestinale dovuto alla prevalenza di alcuni batteri su altri, provoca infiammazioni e patoligie anche ad organi lontani dall’intestino come fegato, cervello, cuore, ecc.
Sono certa, che questa nuova frontiera della medicina, nei prossimi anni, costituirà l’avanguardia degli investimenti sanitari delle Aziende pubbliche e private, per la prevenzione e cura delle patologie.
Il nostro apparato digerente, è colonizzato da moltissimi microrganismi, la flora intestinale.
Essa è costituita da vari microrganismi che tutti insieme, contribuiscono allo stato di salute generale. È un ecosistema costituito da diverse specie di microrganismi che comincia a svilupparsi fin dai primi giorni di vita del neonato. La condizione di equilibrio tra i vari ceppi di batteri si chiama eubiosi. Se invece prevalgono funghi o altri germi che possono causare patologie, si dice che l’intestino è in uno stato di disbiosi. In pratica la flora batterica benefica agisce come barriera difensiva, creando un ambiente inospitale per gli agenti patogeni, modificando il PH intestinale. A livello del tratto gastrointestinale è presente un vero e proprio organo, il Microbioma, costituito da almeno 500 specie di microrganismi.
Il Microbioma
ha svariate funzioni:
-Produce enzimi fondamentali per i processi digestivi
-Sintetizza vitamine ( vitanina K, e alcune del gruppo B, come la B12) importanti per l’organismo
– produce acidi grassi a catena media e corta che sono la principale fonte energetica della cellule del colon e dei batteri stessi che lo abitano, oltre che fonte energetica per l’uomo;
-attivano gli acidi biliari che digerisco proteine e lipidi
-modulano il sistema immunitario che ha la base più importante a livello intestinale, grazie alla produzione di molecole proinfiammatorie, che garantiscono una base di infiammazione “fisiologica” che aiuta a mantiene il sistema immunitario attivo;
– regola la motilità del tubo digerente e del transito intestinale;
-regola il Ph dell’ambiente gastrointestinale per favorire i processi digestivi, l’assorbinento delle vitamine e sali minerali, l’eliminazione degli agenti patogeni che crescono a PH diversi.
Quando ci troviamo in disbiosi cambia la composizione del Microbiota e cominciano i guai.
Cattiva digestione, senso di gonfiore, dolore intestinale, flautolenza, malessere generale, aumentata disposizione alle infezioni dovuta ad una diminuzione delle difese immunitarie.
Per esempio candidosi dell’intestino, vaganti e cistiti nella donna.
Tra le cause principali della Disbiosi intestinale ci sono:
Intolleranze e allergie alimentari ( che sono la causa ma a volte anche la conseguenza);
Scorrette abitudini alimentari;
Dieta iperproteica;
Dieta ricca di zuccheri semplici e cereali raffinati ( pane bianco, pane da toast, farine 00)
Dieta iperlipidica con tanti grassi saturi e idrogenati
Dieta povera di fibre
Ridotta assunzione di liquidi
Stress psicofisico
Terapie antibiotiche o farmaci per bloccare infezioni
Indebolimento del sistema immunitario per carenze vitaminiche o malattie pregresse.
Uso di cortisonici o altri farmaci come antinfiammatori, antiacidi, inibitori della pompa protonica, abuso di lassativi.
Malassorbimento intestinale dovuto ad alterata permeabilità della mucosa assorbente.
Infiammazione cronica ( morbo di Chron, colite ulcerosa,celuachia ecc).
Quello che sappiamo oggi, alla luce dei nuovi studi, è che ci sono 5 tipi di disbiosi e che è possibile curare con terapie biologiche adeguate alla reintrosuziine dei batteri mancanti o deficitari per ristabilire l’eubiosi:
1) disbiosi carenziale: (tipica dei bimbi che non mangiano fibre da verdura e frutta o della condizione post antibiotica). Qui assistiamo alla carenza di bifidobatteri e lattobacilli.
2) disbiosi putrefattiva: dieta ricca di carne e grassi animali, povera di fibre dovre riscontriamo un aumento nelle feci di batteri come i clostridi, peptococchi ed eubatteri)
3) disbiisi fermentativa: è una disbiosi conseguente ad una condizione di relativa intolleranza ai carboidrati.
È interessante notare che questo tipo di disbiosi è comune a chi ha sperimentato diete ad eliminazione di carboidrati e poi, li ha reintrodotto troppo velocemente. Nel periodo di dieta stretta la flora intestinale si è modificata escludendo i batteri che favoriva la degradazione carboidratica. La conseguente reintroduzione carboidratica, invece, porta ad un’accentuata fermentazione, soprattutto nel tenue, solitamente poco popolato da microrganismi. Questo porta molte persone a pensare di essere celiaci. La celiachia è una condizione genetica e non poi, così frequente come si crede. Invece quello a cui assistiamo ultimamente, proprio dovuto all’uso eccessivo di carboidrati troppo raffinati e a diete “poco rispettose della salute”, è un intolleranza transitoria per carenza di enzimi generalmente prodotti o attivati dalla flora intestinale in eubiosi.
4) disbiosi da sensibilizzazione: è spesso causata da una risposta immunitaria a componenti della microflora batterica intestinsle fisiologica. È dovuta ad una mancanza di immuno globuli IgA secretorie;
5) disbiosi da funghi come i saccaromiceti o Candida favorita da una dieta ricca in carboidrati semplici (zuccheri), alimenti lievitati e povera in fibre.
Da qui, l’importanza di diete equilibrate e varie, in nutrienti.
Oggi è possibile valutare la presenza di uno squilibrio della flora intestinale con un metodo diretto che si basa sulla coltura dei microrganisni che abitano il nostro intestino, andando a capire il bilanciamento delle varie specie batteriche prese in esame.
Il test è presente in Studio Elle e prevede la raccolta delle feci e delle urine del paziente.
Il test è preceduto da una anamnesi alimentare e medica che viene svolta dalla dietista.
Dal test, che consegnato al paziente e da lui stesso autosomministrato e riconsegnato in studio per mandarlo in laboratorio, è possibile indagare la composizione del microbiota, lo stato infiammatorio dell’intestino, le capacità digestive, la permeabilità intestinale al fine di prevenire intolleranze alimentari e carenze nutrizionali.
Dott.ssa Luisa Setti